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per l ambasciata, glien venne pietade;
ma poi che Carlo Magno ebbe vittoria,
passò di qua nelle nostre contrade,
e rifece la città di Fiorenza,
la qual poi crebbe ogni di sua potenza.
464
Per la qual cosa quei d Africo nati
con gli altri vi tornaro ad abitare;
e come poi si siano traslatati
di grado in grado non potre contare,
e d uno in altro, ma in molti lati
Letteratura italiana Einaudi 144
Giovanni Boccaccio - Ninfale Fiesolano
son, di lor, gente scesa d alto affare,
e d altri che son di lassù venuti,
che per lor gente non son conosciuti.
465
Ma sia come si vuole omai la cosa,
i son venuto al porto disiato,
ove  l disio e la mente amorosa
per lunghi mari ha gran pezza cercato;
e qui donando omai alla penna posa,
ho fatto quel che mi fu comandato
da tal, ch i non potre nulla disdire,
tant è sopra di me fatto gran sire.
[Comenda qui l autore il suo signore,
dicendo ch egli è que che può dar pace
a chi lui segue con amor verace:
ed anco, a chi gli par, dona amarore.]
466
Adunque, poi ch i son al fin venuto
d esto lavoro, a colui  l vo portare,
il qual m ha dato la forza e l aiuto
e lo stile e lo  ngegno del rimare:
dico ad Amor, di cui son sempre suto
ed esser voglio; e lui vo ringraziare
e a lui  l libro portar là dov egli usa,
e poi davanti a lui porre una scusa:
467
 Altissimo signore, Amor sovrano,
sotto cui forza, valor e potenza,
è sottoposto ciascun cor umano,
e contro a cui non può far resistenza
Letteratura italiana Einaudi 145
Giovanni Boccaccio - Ninfale Fiesolano
nessuno, e sia quanto si vuol villano,
il qual non venga tosto a tua ubidienza,
pur che tu voglia; ma pur più ti giova
d usar contro a gentili la tua prova;
468
tu se colui che sai, quando ti piace,
ogni gran fatto ad efetto menare;
tu se colui che doni guerra e pace
a servi tuoi, secondo che ti pare;
tu se colui che li lor cori sface,
e che gli fai sovente suscitare;
tu se colui che gli assolvi e condanni,
e qual conforti, e qual arrogi affanni.
469
I son un de tuoi servi, al qual imposto
mi fu per te, com a servo leale,
di compôr questa storia; e io, disposto
sempre a ubidirti, come quegli al quale
una donna m ha dato e sottoposto,
col tuo aiuto ho il libro fatto tale,
chent è suto possibile al mio ingegno,
il qual i ho acquistato nel tuo regno.
470
Ma ben ti priego, per gran cortesia,
e per dover, e per giusta ragione,
che questo libro mai letto non sia
per l ignoranti e villane persone,
e che non seppon mai chi tu ti sia,
né di voler saperlo hanno intenzione:
Letteratura italiana Einaudi 146
Giovanni Boccaccio - Ninfale Fiesolano
ché molto certo son che biasimato
saria da lor ogni tuo bel trattato.
471
Lascial leggere agli animi gentili,
e che portan nel volto la tua  nsegna,
e a costumati, angelichi ed umili,
nel cor de quali la tua forza regna;
costor le cose tue non terran vili,
ma esser la faran di lode degna.
Te ch i tel rendo, dolce il mio signore,
al fin recato pel tuo servidore. 
[Risponde Amore all autore detto,
lodandol che lo libro a compimento
egli ha condutto con bello ornamento:
e  l priego suo sarà messo in effetto.]
472
 Ben venga l ubidente servo mio
quanto niun altro che sia a me suggetto,
il qual ha messo tutto il suo disio
in recar al suo fin il mio libretto;
e perché certo son ch è tal, qual io
il disiava, volentier l accetto,
e nell armar , tra gli altri miei contratti,
appresso il metterò, de miei gran fatti.
473
E  l priego tuo sarà ottimamente,
di ciò che m hai pregato, esaudito,
che ben guarderò  l libro dalla gente,
la qual tu di che non m ha mai servito;
non perch io tema lor vento niente
Letteratura italiana Einaudi 147
Giovanni Boccaccio - Ninfale Fiesolano
né perch io sia per lor meno ubbidito,
ma perché ricordato il nome mio
tra lor non sia; e tu riman con Dio! 
Letteratura italiana Einaudi 148 [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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